ANTICO EGITTO: LE SEPOLTURE

Valle dei Re

Nell’antico Egitto, durante il periodo neolitico, la sepoltura consisteva in una semplice fossa in cui si deponeva il defunto avvolto in una pelle di animale o in una stuoia. La fossa veniva quindi ricoperta da una sorta di tumulo di pietre in modo da segnare il luogo di sepoltura.

Nel predinastico si cominciò a tentare di proteggere il corpo del defunto con piccola recinzione di canne (badariano). Nel nagadiano, diventò una sorta di muretto in terracotta . Successivamente il muretto fu sostituito da una volta e da un muricciolo in mattoni.

Dell’epoca tinita conosciamo il tipo di sepoltura grazie alle rovine della necropoli di Abido, nella quale la maggior parte delle tombe reali erano “cenotafi”, e a quelle di Saqqara.

Fu soltanto con Khasekhemui, ultimo sovrano della II Dinastia tinita, che le tombe furono interamente rivestite di calcare.

La pietra compare per la prima volta nel pavimento della tomba di Den, quarto re della I Dinastia.

Le necropoli di Bet-Khallaf e di Reqaquah, presso Abido e risalenti all’inizio dell’Antico Regno, testimoniano il passaggio dalla sovrastruttura delle tombe tinite alla forma della mastaba, struttura massiccia in mattoni oblunghi.

Fu Djoser, primo faraone della III Dinastia, che fece edificare a Saqqara dall’architetto Imhotep una mastaba in pietra tagliata che con varie sovrapposizioni successive, diventò la famosa piramide a gradoni.

A Saqqara le piramidi reali erano circondate da mastabe allineate in modo da formare dei viottoli che davano vita a delle autentiche necropoli.

Fino al Medio Regno predominava ancora la concezione della piramide e della mastaba, tuttavia iniziarono a comparire i primi ipogei. Soltanto durante il Nuovo Regno fu definitivamente adottato l’ipogeo per le sepolture, che furono poste nella Valle dei Re e nella Valle delle Regine.

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