ANTICO EGITTO: I GEROGLIFICI

Geroglifici

E’ la forma di scrittura egizia più antica, la lingua classica dell’antico e medio Egitto. All’ inizio la ritroviamo nei templi e nelle tombe, infatti era usata per i testi dei monumenti e per le epigrafi.

Clemente di Alessandria studioso del II secolo d.C., non conoscendo il nome di questa lingua e vedendo che questi segni si trovavano soprattutto su monumenti a carattere religioso, dette loro il nome di lettere “sacre incise o scultura sacra” : scrittura ieratica.

La scrittura geroglifica era riservata alle iscrizioni ufficiali e solenni.

Nella vita quotidiana gli scribi adottarono una scrittura corsiva rapida e talmente semplificata da diventare impossibile riconoscere le forme originali.

Durante il nuovo regno era usata per tutto quanto riguardava la vita pubblica e privata: testi religiosi, funerari, cosmogonie, romanzi, canzoni, prescrizioni mediche, lettere private, testamenti, rapporti diplomatici, messaggi.

In epoca tarda lo ieratico fu usato solo in campo religioso e Clemente di Alessandria lo chiamò: lingua sacerdotale.

COME SI SCRIVEVA?

1 – Si potevano SCRIVERE

  • A-in UN QUADRATO,
  • B-in 1\2 QUADRATO VERTICALE oppure ORIZZONTALE,
  • C-in 1\4 DI QUADRATO.

2 – Si potevano trovare INSERITI

  • A-in COLONNE VERTICALI,
  • B-in LINEE ORIZZONTALI.

3 – La DIREZIONE della scrittura poteva andare:

  • A-DA DESTRA A SINISTRA (le figure guardano a destra),
  • B-DA SINISTRA A DESTRA (le figure guardano a sinistra),
  • C-DALL’ALTO VERSO IL BASSO.
  • E-Essere MISTA.
SCRITTURA DEMOTICA (VII A.C.-476 D.C.)

In epoca tarda la scrittura ufficiale della burocrazia divenne il demotico.
Il demotico non era altro che la scrittura ieratica ulteriormente semplificata e quindi ancora più rapida e comoda della precedente. Fu adottato all’incirca nel VII secolo a.C. sotto PSAMMETICO (XXVI dinastia) e divenne di uso comune durante l’epoca Greco-Romana. Per questo motivo era detta Popolare.

Imparare la scrittura geroglifica
E’ naturale chiedersi come si legga l’antica scrittura egizia e quale suono avesse. Invece dei 26 caratteri usati da noi, quelli più impiegati dagli Egizi erano circa 800 e avevano significati diversi. C’erano quelli monoconsonatici ( che indicano una sola consonante, come le nostre lettere alfabetiche), quelli bi e triconsonatici, altri che fornivano il il suoni di parole intere (fonogrammi) o indicavano idee (ideogrammi) e infine segni impiegati come determinativi (determinato la parola di cui si parla) e rafforzativi.

Osserviamo il nome della regina Nefertari i cui segni sono compresi dentro un “cartiglio”, che circonda i nomi di re e regine.

Nefertari

Per capirlo dobbiamo osservare il senso in cui guardano quelli raffiguranti esseri viventi (anche animali ).
L’avvoltoio della dea Mut guarda verso destra, perciò questa scritta va letta da destra a sinistra. L’avvoltoio (che si pronuncia “Mut” e ha vicino un simbolo a semisfera che normalmente si pronuncia “t” ma che qui è solo un rafforzativo) è messo in alto solo perchè simbolo divino.

In realtà lo leggeremo in fondo alla frase.

II segno che somiglia ad uno strumento musicale (ma simboleggia la trachea) si pronuncia “nefer” . La semisfera (la “t”) il simbolo della canna in fiore (che si pronuncia “a”).

Viene quindi un gruppo formato dal simbolo di una bocca (si legge “r”) e da due barre sottostanti che si leggono “y”

Sotto c’è un altro gruppo di segni formato da un rettangolo (che si legge “meri”) sormontato da una lunga serpentina (che si pronuncia “en”).

L’ultima “t” è la desinenza femminile e serve a far capire che stiamo parlando di una donna.

Il tutto si legge NEFER-T-A-R-Y MERI(T) EN MUT. Letteralmente “La Bellissima (Nefertari) amata (meri-t) da (en) Mut(dea, in questo caso,simbolizzata dall’avvoltoio).

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