ANTICO EGITTO: I TEMPLI

Medinet Habu

Nell’antico Egitto i templi erano costruiti seguendo quello che idealmente doveva essere un percorso iniziatico:
due piloni all’ingresso e un pavimento che gradualmente s’innalzava partendo dal cortile inondato di luce, alla penombra della sala ipostila, sino a giungere alla notte del Sancta sanctorum, dove riposava l’immagine vivente del dio.

Nel tempio ai sacerdoti era affidato il compito di mantenere l’equilibrio nel mondo costantemente minacciato dalle forze del Caos.

Come veniva svolto questo compito così importante?
Vivificando gli dei quotidianamente, nutrendo e vestendo le loro statue. Il tempio era paragonato ad una piccola città santa dove, lontano da sguardi profani, si svolgevano pratiche segrete per la salvezza dell’Egitto e del mondo.

Che cosa sappiamo di queste pratiche segrete?
“Non rivelate in alcun modo
i riti che vedete nei templi,
nel Mistero più assoluto”.

E a ciò obbedivano gli antichi egizi.

Su una statua dell’architetto Imothep leggiamo:
“Ora, al Libro divino sono stato iniziato
di Thot, ho visto la gloria,
e nei suoi misteri
mi sono introdotto”.

Visir Imothep

Imothep poté quindi consultare uno scritto e appropriarsi del suo contenuto, da ciò si presuppone che in seguito sia stato ammesso a cerimonie segrete nelle quali Thot (la sua statua o un sacerdote che assumeva il ruolo del dio) si mostrava in tutta la sua sapienza.

In un altro scritto troviamo queste parole:
“Il rituale lo conosco,
perché vi fui iniziato dal Sem.
Ma non l’ho detto agli uomini
né ripetuto agli dei”.

Il titolo di “Sem” solitamente era riservato ai sacerdoti che partecipavano ai funerali, questa volta invece è dato a chi “inizia” un postulato.

E ancora:
“Conosco le cose di Eliopoli,
proclama ancora un defunto,
alla quale il Capo dei Veggenti
non è stato iniziato”.
Il Capo dei Veggenti dirigeva il clero di Eliopoli e sicuramente doveva conoscere, meglio di chiunque altro, le pratiche segrete.

Questi documenti mostrano chiaramente la difficoltà nell’interpretare il significato di “iniziazione” che varia a seconda del contesto; quando è religioso, tende a riguardare l’Aldilà quindi non ha valenza storica, quando invece il documento è più “terreno”, ad esempio una biografia, spesso è vincolato dalla regola del silenzio.

Tuttavia possiamo intravedere la tendenza di una mentalità iniziatica:
“Egli sarà come Thot
dio delle segrete conoscenze
allora, dai vivi, sarà adorato”.

Possedere la scienza del divino trasformava l’iniziato in un dio sulla terra; inoltre tale divinizzazione del sapere faceva dell’uomo un Maestro e autorizzava il contatto diretto con l’Invisibile.

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